HABIT REVERSAL TECHNIQUE

HABIT REVERSAL TECHNIQUE

La malattia di Tourette è una patologia organica di prevalente competenza neurologica. L’approccio terapeutico è sostanzialmente farmacologico, e laddove non si ottengano risultati soddisfacenti, con trattamenti di neurochirurgia funzionale, come la Deep Brain Stimulation (DBS). Come per tutte le patologie croniche che colpiscono in giovane età anche per la Sindrome di Tourette può essere utile anche un percorso di accompagnamento e sostegno psicologico per i pazienti e i familiari. Questo può aiutare ad accettare la diagnosi, o a gestire i vissuti ansioso-depressivi derivanti dalla consapevolezza della malattia e dall’isolamento sociale che spesso i pazienti con Tourette subiscono. Sono possibili altri tipi di intervento psicologico, con tecniche psico-comportamentali. L’intervento è volto in questo caso ad aiutare il paziente a meglio controllare i tic più fastidiosi ed inaccettabili, sostituendoli con altri più gestibili. L’Habit Reversal è stato delineato negli anni 70 da Azrin e Nunn e in 30 anni di storia si è dimostrata una terapia molto efficace. Questo tipo di intervento si basa sulla implementazione di una risposta competitiva ed antagonista al tic. Attraverso ripetuti esercizi di auto-osservazione condotti con la supervisione del terapeuta e avvalendosi anche del coinvolgimento dei familiari, si può osservare una progressiva riduzione del comportamento indesiderato a favore della risposta competitiva scelta. Questa metodica è particolarmente efficace nella sindrome di Tourette perché “sfrutta” in modo ottimale alcune caratteristiche comportamentali del paziente tourettiano. Il pensiero creativo, ad esempio aiuta l’individuazione della procedura antagonista, così come gli aspetti ossessivi-compulsivi sostengono la precisione e la ripetizione della risposta competitiva. E’ ovviamente necessaria una forte motivazione del paziente, un adeguato sostegno dei familiari, ed un buon grado di consapevolezza del problema e del proprio corpo.
Dott.ssa Arianna Brambilla
HABIT REVERSAL TECHNIQUE
Controllo di tic e compulsioni nella sindrome di Tourette-Tecnica in uso presso l'ambulatorio Malattie Extrapiramidali e Sindrome di Tourette IRCCS Galeazzi.
Il trattamento psicologico d’elezione, associato alla terapia farmacologica, per i pazienti affetti da sindrome di Tourette simple, plus o full blown lieve/moderata (YGTSS<10/25 come punteggio totale di tic motori e vocali) e da un elevato social impairment (>30/50), è senza dubbio l’Habit Reversal.
Si tratta di una tecnica psicoterapeutica breve appartenente alla scuola cognitivo-comportamentale che in genere si esaurisce in 10 sedute e prevede il coinvolgimento di uno psicoterapeuta, appunto, del paziente interessato ed eventualmente di uno o entrambi i genitori.
Lo scopo principale è una progressiva acquisizione di consapevolezza da parte del soggetto dei cosiddetti premonitory urge scatenanti i tic, della natura della sintomatologia stessa e delle conseguenze che ne derivano in un paradigma ABC in cui A sta per antecedents, B per behaviors (tic e, in taluni casi, compulsioni anche se più complesse da trattare perché spesso più stigmatizzate dalle relative ossessioni) e C per consequences. Il paziente seguirà un training che gli permetterà la sostituzione del tic, o al massimo dei due tic target, con un comportamento adattivo e non semplicemente la mera e provvisoria eliminazione del tic.
Al paziente vengono infatti insegnati a riconoscere i momenti della giornata e le attività svolte più propensi a dare adito ai tic tramite l’utilizzo di un diario settimanale da compilare, con l’aiuto dei genitori se necessario; vengono inoltre introdotte tecniche di respirazione, rilassamento e contrazione di muscoli alternativi a quelli utilizzati nella messa in moto dei tic per far fronte al sintomo in modo funzionale ed adattivo.
Il nuovo comportamento viene, in genere, rinforzato da tecniche di premiazione in modo da incentivarne l’apprendimento, senza però prevedere alcun genere di rinforzo negativo in caso di fallimento considerando la fragilità emotiva del paziente tourettiano. In questo senso è indispensabile la collaborazione da parte dei genitori, i quali però prendono esclusivamente parte a colloqui individuali con il terapeuta nel caso il soggetto presenti un atteggiamento defiant.
Gli esercizi svolti in seduta col paziente devono tenere inoltre presente l’intero quadro tourettico, vale a dire la predisposizione all’iperattività e disturbi dell’attenzione, disturbi ossessivo-compulsivi, ansietà/depressione e aggressività, proponendosi come attività adeguate a non incrementare i disagi già presenti.

La pratica delle suddette tecniche non si limita ad essere svolta in seduta, ma ne prevede un progressivo utilizzo nella vita quotidiana in modo che la modifica del comportamento disfunzionale persista anche al termine della sessione di trattamento. Il paziente avrà infatti appreso la gestione dei sintomi attraverso l’analisi delle cause che a livello cognitivo avevano scatenato la sintomatologia ticcosa e di conseguenza sarà in grado di rimodellare le sue abitudini comportamentali.

In ogni modo è solo con un sentito coinvolgimento da parte del paziente nella messa in pratica dell’HR che i benefici della terapia avranno luogo e si manterranno nel tempo; ciò nonostante l’èquipe multidisciplinare, costituita principalmente da neurologi, neurochirurghi e psicologi, ha il compito di co-costruire una valutazione dell’andamento della terapia svolgendo colloqui con l’intero nucleo familiare per calibrare l’intervento a misura del paziente.